Game over fra Alstare e Bimota, e questo si era capito.
Game over per i sogni di omologazione della BB3, e anche su questo c'erano idee piuttosto chiare, dato che non si muove alcunché da parecchio e, nonostante i proclami Svizzero-Riminesi, nulla è cambiato dal punto di vista industriale, delle immatricolazioni, della comunicazione da parte della Casa, con un numero di moto finite a singola cifra.
Quello che però è grave, molto grave per quello che è successo e per quello che la situazione rappresenta, è che persino il Team Alstare di Francesco Batta, team storico di primo piano e praticamente assimilabile ad una squadra corse ufficiale per struttura, risultati, organizzazione e risorse, rischia di chiudere i battenti (la speranza è quella di essere vivamente smentiti e contraddetti) a causa del coinvolgimento negativo in una avventura partita male e continuata ancora peggio, anzi non continuata affatto.
Il tutto sarebbe stato aggravato dall'utilizzo delle risorse personali da parte di Batta, che da uomo di corse e d'onore con responsabilità su marchio, cose e persone ed un impegno triennale, si sarebbe esposto personalmente e avrebbe messo sin troppo del suo per far quadrare dei conti e delle situazioni che, col senno di poi, sembra quasi fossero state messe su già con l'intento di non rispettarle. Lo stesso intendo di scalare la compagnia per salvarla, avrebbe trovato opposizione dagli stessi Chiancianesi e Longoni, a conferma di una quasi non-volontà di salvare l'azienda dal crack.
In soldoni, perché di soldoni-oni, si parla, il Tribunale di Lugano avrebbe già emesso provvedimenti o ingiunzioni di pagamento (chiamiamole come vogliamo) nei confronti sia di Bimota che della azienda facente direttamente capo ai due soci neo acquirenti della casa riminese, ossia Marco Chiancianesi e Daniele Longoni. La cifra, superiore ai 200mila euro sarebbe solo una una parte del denaro dovuto da Bimota a Batta-Alstare.
Starebbero per arrivare, in Svizzera su queste cose non stanno lì a perder tempo, ulteriori richieste ben superiori , queste ultime dovute al mancato rispetto del contratto e ai danni diretti e indiretti di conseguenza arrecati al Team e a tutto l'indotto, se vogliamo chiamarlo così, che Bimota ha messo a dura prova non riuscendo a rispettare nemmeno lontanamente i contratti firmati ed i programmi divulgati a inizio stagione.
Le rogne per la squadra di Batta che ha una struttura di circa 30 persone fra tecnici, marketing, personale di hospitality, ufficio stampa e logistica che gestisce anche il paddock show ed altri eventi, sarebbero abbastanza pesanti, tanto da rischiare di dare un colpo definitivo ad una squadra che è presente da sempre nel mondiale SBK.
Dalla perdita di sponsor importanti come Heidrun, ParkinGO e Uranio, che avrebbero deciso (giustamente da parte loro) di non onorare del tutto o in parte i contratti per via della mancata assegnazione dei punti (niente omologazione delle moto = niente punti iridati) e dell'interruzione prematura del campionato, fino ad un vero e proprio danno di immagine per una squadra che ha vinto praticamente tutto sposando sempre progetti ambiziosissimi e rischiosi.
Dal rientro di Biaggi, reso possibile dal mega sponsor Corona, fino alla gestione praticamente ufficiale di Suzuki per anni, dal passaggio alla Ducati ufficiale dopo l'abbandono del team interno fino alla sciagurata avventura con Bimota, Alstare è risultata vincente in Superstock 600, in Supersport, in Superstock 1000, nella EVO e in Superbike (vedi immagine allegata) sia con i piloti che come rappresentate del costruttore di riferimento.
1 titolo mondiale piloti, 1 titolo costruttori, 25 vittorie, 105 podi sono i numeri della Superbike a cui vanno aggiunti 3 mondiali piloti e un mondiale costruttori in Supersport con 23 vittorie e 64 podi.
A questi successi si sommano i 2 titoli piloti in Superstock 1000 con 13 vittorie e 22 podi e i grandi risultati in Superstock 600 con 1 titolo piloti, 1 titolo costruttori, 4 vittorie e 7 podi.
11 mondiali fra piloti e costruttori, 72 vittorie e 218 podi sono un ruolino mostruoso, da me volutamente snocciolato nonostante l'immagine allegata "rubata" al profilo social del team, proprio per far capire cosa le derivate di serie stiano rischiando di perdere a causa della situazione di cui sopra.
Il management Bimota, da fonti interne e da alcuni atteggiamenti ufficiali, nonostante attraverso l'ultimo comunicato trasmetta viva soddisfazione per i risultati conseguiti (??) avrebbe manifestato, con piani futuri parecchio ambiziosi, un disinteressamento quasi ufficiale nei confronti delle competizioni, ritenute non strategiche, a favore di un impegno nella produzione.
Il tutto è da considerarsi abbastanza strano per un'azienda che ha maestranze ferme e non retribuite, immatricolazioni praticamente inesistenti ormai da tempo e i fornitori alle porte sempre più aggressivi per via di una situazione addirittura peggiore di quella pre acquisizione da parte degli imprenditori svizzeri.
Questi ultimi, esplicitamente molto vicini al gruppo religioso Scientology, sarebbero ritenuti da fonti interne poco autonomi dal punto di vista delle decisioni aziendali rispetto al quartier generale americano della setta, e sin dall'inizio poco inclini a rispettare gli impegni presi, avendo considerato la Superbike non tanto come un impegno reale, quanto come un mero trampolino di lancio a livello di immagine per arrivare ad ottenere crediti da impiegare diversamente.
Non si spiegherebbe altrimenti la leggerezza con la quale la casa di Rimini avrebbe preso sin dall'inizio l'impegno dell'omologazione di un numero così esiguo di moto, il cui dato finale si avvicina alle poche unità, con consegne reali praticamente vicine allo zero.
I pochi esemplari presenti a Liegi, infatti, sarebbero gli unici davvero realizzati e completati al 100%, e non sarebbero stati portati a terminiea Rimini bensì all'estero e solo per correre.
Dall'altra parte, nonostante l'impegno che l'ha vista costruire fisicamente le moto da corsa (aggirando la mancata fornitura dei motori da parte di BMW attraverso l'acquisto dei medesimi attraverso canali privati) ottenendo risultati eclatanti (5 vittorie e 18 podi al debutto nella EVO, oltre ad una Superpole nel British Superbike), Alstare rischia di dover rispondere direttamente ad una esposizione finanziaria che potrebbe mettere il team in ginocchio e fuori dalla SBK per sempre.
Se l'ufficio stampa Bimota comunica chiaramente di non aver nulla da dichiarare sulla SBK e sulle corse in quanto disinformato da tempo in merito, dal Belgio ad opera di Alstare non c'è stata alcuna smentita in merito alla situazione così difficile attraversata da Batta e dai suoi. Il rischio implosione del team Belga è tuttaltro che irreale.
Pur godendo di ampio credito (la cifra finale fra danni finanziari e morali, e risarcimenti già riconosciuti o prossimi dovrebbe aggirarsi intorno al milione di euro) la squadra Belga potrebbe non riuscire ad incassare il credito da Bimota e dall'azienda di Chiancianesi e Longoni e quindi non riuscire ad onorare in tempo quanto dovuto a personale, piloti, fornitori e collaboratori e si vedrebbe così costretta a chiudere prima dell'inizio della stagione 2015, impossibilitata ad impegnarsi in un programma racing per l'anno prossimo.
Ovviamente Batta potrebbe decidere di onorare personalmente quanto di competenza, ma questo sarebbe definitivamente l'epilogo per la sua azienda.
Abbastanza singolare che la stampa, tanto attiva nel riportare ogni munuscola facezia pre campionato, pronta a discutere tanto sui punti virtuali e sulle polemiche innescate nonché attenta nel riportare dettagliatamente i programmi produttivi aziendali di una parte sola, non abbia fatto negli ultimi tempi nessuna verifica sotto forma di telefonata in Belgio o a Rimini lato maestranze o management o lato fornitori e sponsor.
Avrebbe scoperto che una partnership andata a male, in quanto mai realmente nata, oltre alla fuguraccia a livello di omologazione, al quasi totale sputtanamento di nomi e marchi, carriere e posti di lavoro, starebbe per portare un'azienda ed un team blasonati alla chiusura definitiva. E potrebbe non bastare uno sponsor che copra i buchi, a sanare una voragine più grande di quanto si sia avuto mai il coraggio di raccontare. Fino ad ora.
Game over per i sogni di omologazione della BB3, e anche su questo c'erano idee piuttosto chiare, dato che non si muove alcunché da parecchio e, nonostante i proclami Svizzero-Riminesi, nulla è cambiato dal punto di vista industriale, delle immatricolazioni, della comunicazione da parte della Casa, con un numero di moto finite a singola cifra.
Quello che però è grave, molto grave per quello che è successo e per quello che la situazione rappresenta, è che persino il Team Alstare di Francesco Batta, team storico di primo piano e praticamente assimilabile ad una squadra corse ufficiale per struttura, risultati, organizzazione e risorse, rischia di chiudere i battenti (la speranza è quella di essere vivamente smentiti e contraddetti) a causa del coinvolgimento negativo in una avventura partita male e continuata ancora peggio, anzi non continuata affatto.
Il tutto sarebbe stato aggravato dall'utilizzo delle risorse personali da parte di Batta, che da uomo di corse e d'onore con responsabilità su marchio, cose e persone ed un impegno triennale, si sarebbe esposto personalmente e avrebbe messo sin troppo del suo per far quadrare dei conti e delle situazioni che, col senno di poi, sembra quasi fossero state messe su già con l'intento di non rispettarle. Lo stesso intendo di scalare la compagnia per salvarla, avrebbe trovato opposizione dagli stessi Chiancianesi e Longoni, a conferma di una quasi non-volontà di salvare l'azienda dal crack.
In soldoni, perché di soldoni-oni, si parla, il Tribunale di Lugano avrebbe già emesso provvedimenti o ingiunzioni di pagamento (chiamiamole come vogliamo) nei confronti sia di Bimota che della azienda facente direttamente capo ai due soci neo acquirenti della casa riminese, ossia Marco Chiancianesi e Daniele Longoni. La cifra, superiore ai 200mila euro sarebbe solo una una parte del denaro dovuto da Bimota a Batta-Alstare.
Starebbero per arrivare, in Svizzera su queste cose non stanno lì a perder tempo, ulteriori richieste ben superiori , queste ultime dovute al mancato rispetto del contratto e ai danni diretti e indiretti di conseguenza arrecati al Team e a tutto l'indotto, se vogliamo chiamarlo così, che Bimota ha messo a dura prova non riuscendo a rispettare nemmeno lontanamente i contratti firmati ed i programmi divulgati a inizio stagione.
Le rogne per la squadra di Batta che ha una struttura di circa 30 persone fra tecnici, marketing, personale di hospitality, ufficio stampa e logistica che gestisce anche il paddock show ed altri eventi, sarebbero abbastanza pesanti, tanto da rischiare di dare un colpo definitivo ad una squadra che è presente da sempre nel mondiale SBK.
Dalla perdita di sponsor importanti come Heidrun, ParkinGO e Uranio, che avrebbero deciso (giustamente da parte loro) di non onorare del tutto o in parte i contratti per via della mancata assegnazione dei punti (niente omologazione delle moto = niente punti iridati) e dell'interruzione prematura del campionato, fino ad un vero e proprio danno di immagine per una squadra che ha vinto praticamente tutto sposando sempre progetti ambiziosissimi e rischiosi.
Dal rientro di Biaggi, reso possibile dal mega sponsor Corona, fino alla gestione praticamente ufficiale di Suzuki per anni, dal passaggio alla Ducati ufficiale dopo l'abbandono del team interno fino alla sciagurata avventura con Bimota, Alstare è risultata vincente in Superstock 600, in Supersport, in Superstock 1000, nella EVO e in Superbike (vedi immagine allegata) sia con i piloti che come rappresentate del costruttore di riferimento.
1 titolo mondiale piloti, 1 titolo costruttori, 25 vittorie, 105 podi sono i numeri della Superbike a cui vanno aggiunti 3 mondiali piloti e un mondiale costruttori in Supersport con 23 vittorie e 64 podi.
A questi successi si sommano i 2 titoli piloti in Superstock 1000 con 13 vittorie e 22 podi e i grandi risultati in Superstock 600 con 1 titolo piloti, 1 titolo costruttori, 4 vittorie e 7 podi.
11 mondiali fra piloti e costruttori, 72 vittorie e 218 podi sono un ruolino mostruoso, da me volutamente snocciolato nonostante l'immagine allegata "rubata" al profilo social del team, proprio per far capire cosa le derivate di serie stiano rischiando di perdere a causa della situazione di cui sopra.
Il management Bimota, da fonti interne e da alcuni atteggiamenti ufficiali, nonostante attraverso l'ultimo comunicato trasmetta viva soddisfazione per i risultati conseguiti (??) avrebbe manifestato, con piani futuri parecchio ambiziosi, un disinteressamento quasi ufficiale nei confronti delle competizioni, ritenute non strategiche, a favore di un impegno nella produzione.
Il tutto è da considerarsi abbastanza strano per un'azienda che ha maestranze ferme e non retribuite, immatricolazioni praticamente inesistenti ormai da tempo e i fornitori alle porte sempre più aggressivi per via di una situazione addirittura peggiore di quella pre acquisizione da parte degli imprenditori svizzeri.
Questi ultimi, esplicitamente molto vicini al gruppo religioso Scientology, sarebbero ritenuti da fonti interne poco autonomi dal punto di vista delle decisioni aziendali rispetto al quartier generale americano della setta, e sin dall'inizio poco inclini a rispettare gli impegni presi, avendo considerato la Superbike non tanto come un impegno reale, quanto come un mero trampolino di lancio a livello di immagine per arrivare ad ottenere crediti da impiegare diversamente.
Non si spiegherebbe altrimenti la leggerezza con la quale la casa di Rimini avrebbe preso sin dall'inizio l'impegno dell'omologazione di un numero così esiguo di moto, il cui dato finale si avvicina alle poche unità, con consegne reali praticamente vicine allo zero.
I pochi esemplari presenti a Liegi, infatti, sarebbero gli unici davvero realizzati e completati al 100%, e non sarebbero stati portati a terminiea Rimini bensì all'estero e solo per correre.
Dall'altra parte, nonostante l'impegno che l'ha vista costruire fisicamente le moto da corsa (aggirando la mancata fornitura dei motori da parte di BMW attraverso l'acquisto dei medesimi attraverso canali privati) ottenendo risultati eclatanti (5 vittorie e 18 podi al debutto nella EVO, oltre ad una Superpole nel British Superbike), Alstare rischia di dover rispondere direttamente ad una esposizione finanziaria che potrebbe mettere il team in ginocchio e fuori dalla SBK per sempre.
Se l'ufficio stampa Bimota comunica chiaramente di non aver nulla da dichiarare sulla SBK e sulle corse in quanto disinformato da tempo in merito, dal Belgio ad opera di Alstare non c'è stata alcuna smentita in merito alla situazione così difficile attraversata da Batta e dai suoi. Il rischio implosione del team Belga è tuttaltro che irreale.
Pur godendo di ampio credito (la cifra finale fra danni finanziari e morali, e risarcimenti già riconosciuti o prossimi dovrebbe aggirarsi intorno al milione di euro) la squadra Belga potrebbe non riuscire ad incassare il credito da Bimota e dall'azienda di Chiancianesi e Longoni e quindi non riuscire ad onorare in tempo quanto dovuto a personale, piloti, fornitori e collaboratori e si vedrebbe così costretta a chiudere prima dell'inizio della stagione 2015, impossibilitata ad impegnarsi in un programma racing per l'anno prossimo.
Ovviamente Batta potrebbe decidere di onorare personalmente quanto di competenza, ma questo sarebbe definitivamente l'epilogo per la sua azienda.
Abbastanza singolare che la stampa, tanto attiva nel riportare ogni munuscola facezia pre campionato, pronta a discutere tanto sui punti virtuali e sulle polemiche innescate nonché attenta nel riportare dettagliatamente i programmi produttivi aziendali di una parte sola, non abbia fatto negli ultimi tempi nessuna verifica sotto forma di telefonata in Belgio o a Rimini lato maestranze o management o lato fornitori e sponsor.
Avrebbe scoperto che una partnership andata a male, in quanto mai realmente nata, oltre alla fuguraccia a livello di omologazione, al quasi totale sputtanamento di nomi e marchi, carriere e posti di lavoro, starebbe per portare un'azienda ed un team blasonati alla chiusura definitiva. E potrebbe non bastare uno sponsor che copra i buchi, a sanare una voragine più grande di quanto si sia avuto mai il coraggio di raccontare. Fino ad ora.
by misterhelmet
Bruttissima notizia, spero sia smentita. Purtroppo, però, era stata prevista da tempo, e non solo da me, anche se speravo non si arrivasse a questo punto. La Bimota, e non parlo dei proprietari, ma di chi ci lavora, non se lo merita, sono dei grandi e gli faccio un grande in bocca al lupo.
RispondiEliminaLuis