E' da qualche giorno che medito di scrivere due righe sul comunicato stampa con il quale Bimota ha confermato i rumors di una sua uscita dal mondiale SBK. Oggi però navigando nel blog del sig. Morri, (si, il Morri della seconda sillaba di biMOta) ho letto un suo articolo in merito a questa uscita, interessante sopratutto per gli spunti di riflessione che fornisce sull'argomento, suggerimenti e considerazioni fornite da una persona che per sua stessa ammissione "il dna Bimota lo porta nel sangue", del resto come dargli torto.
BIMOTA OUT NEL MONDIALE SUPERBIKE!
Perchè ritornare su una decisione già presa da qualche giorno?
Perchè chi scrive a Bimota tiene molto, come tanti che con i quali è in contatto e per rispetto per chi dell’azienda è stato protagonista dell’epopea vincente degli anni 1970/1980.
In coincidenza con quello che era stato indicato dalla stampa come il giorno della decisione – 25 agosto agosto 2014 – Bimota ha diffuso un comunicato per annunciare il suo “ritiro” dal mondiale Superbike. A molti è parso un tentativo per evitare una cacciata per inosservanza degli accordi che avevano indotto Dorna ed FIM a modificare regole già approvate e rese note.
IL COMUNICATO DELLA BIMOTA – “Bimota si è impegnata fino all’ultimo per produrre le moto necessarie ad ottenere l’omologazione alle gare“, si legge nel comunicato.
“Ad oggi ha già assemblato e consegnato le prime 30 moto; ha a disposizione in magazzino il materiale per realizzare le ulteriori 95 moto (con richieste di vendita per una buona parte di queste) ed ha ottenuto le garanzie necessarie richieste da BMW per la consegna dei motori mancanti. Probabilmente ulteriori 6/8 settimane sarebbero state sufficienti ad ottenere le 125 moto richieste. “Abbiamo lavorato duramente”, dichiara Daniele Longoni, Direttore Generale di Bimota, “e continueremo a farlo per completare la produzione ed essere pronti per la prossima stagione”.
Il progetto BB3 è stato presentato nemmeno un anno fa eppure ha fatto incredibilmente parlare di sé da subito. Merito Indiscutibile della competenza del personale tecnico Bimota che ha progettato e sviluppato una moto nata con ‘pedigree’ e dell’esperienza del Team Alstare di Francis Battà che ha adattato la moto e l’ha resa competitiva e vincente in gara. Gli straordinari piloti Ayrton Badovini e Christian Iddon hanno infatti conquistato 16 podi e 5 vittorie in 16 gare. I risultati ottenuti hanno generato importanti ordini di tutta la gamma Bimota ad un livello inaspettato. Tutto questo ha richiesto un impegno straordinario per servire la clientela di ogni parte del mondo in modo ottimale, rispettando i tempi di consegna e soprattutto la qualità e la cura sartoriale che da sempre contraddistingue l’azienda.
“Come nuovi proprietari”, dice Marco Chiancianesi, Presidente della Bimota, “a solo 10 mesi dal cambio di gestione abbiamo accettato questa nuova sfida e riportato un marchio storico ed importante alle competizioni. Ne siamo orgogliosi”. Di certo dispiace molto uscire dal campionato, visto l’impegno da parte di tutti, gli importanti investimenti fatti ed i risultati ottenuti; in una classifica virtuale della EVO infatti la Bimota in questo momento occuperebbe la seconda posizione assoluta con Ayrton Badovini. Tuttavia il sentimento e la passione da sempre fanno “lanciare il cuore oltre l’ostacolo” e questo Bimota lo ha fatto e continuerà a farlo insieme a tutto il proprio staff. L’augurio è che i veri appassionati del mondo motociclistico potranno ben comprendere le ragioni di questa decisione.
Questi ultimi mesi dell’anno verranno utilizzati per preparare le condizioni necessarie in relazione alle nuove regole del Campionato del Mondo SBK ed essere ancora competitivi all’inizio della prossima stagione. Bimota ci tiene a ringraziare la FIM, la Dorna, il Team ed i propri piloti per l’importante supporto, i fornitori, gli sponsor le altre case costruttrici ed i tantissimi tifosi appassionati che non hanno mai fatto mancare i loro attestati di stima.Verrà fissato un prossimo incontro con FIM e DORNA, non appena conseguite le numeriche omologative richieste. Un arrivederci alle competizioni a presto“.
NEWS UFFICIALE DORNA – Il marchio italiano Bimota era tornato sulla scena, grazie ad un nuovo management, annunciando il proprio piano di ritorno nel Mondiale Superbike dopo la presentazione della BB3 avvenuta lo scorso novembre all’EICMA. La partecipazione al Campionato Mondiale FIM Superbike, al Mondiale FIM Supersport ed alla Coppa FIM Superstock 1000 richiede la produzione, da parte dei costruttori, di un numero minimo di moto da strada per riuscire ad ottenere l’omologazione. Ad un numero minimo di 125 prima della partecipazione, 250 esemplari totali devono essere prodotti entro la fine dell’anno e 1000 al termine del successivo. I cambiamenti di livello economico e di mercato degli ultimi 5 anni hanno portato FIM e Dorna a ridurre il numero di esemplari prodotti per l’ingresso nelle competizioni, nonché il numero totale. Inoltre, una nuova regola è stata creata in caso di mancata produzione delle unità richieste, con i piloti in grado di scendere in pista ma non classificati in gara. Al termine del periodo di quattro mesi, il costruttore in questione deve dimostrare di aver prodotto le 125 unità richieste nell’ispezione iniziale. Scaduto questo termine, Bimota ha informato FIM e Dorna sull’impossibilità di produrre gli esemplari richiesti. La procedura di omologazione e la partecipazione al campionato restano quindi in stand-by fino a quando il costruttore italiano non sarà in grado di soddisfare questi requisiti.
OSSERVAZIONI – La Bimota si sarebbe presentata al “di day” con 30/40 moto completate a fronte delle 125 richieste. Va da se che le condizioni che tale informativa evidenzia appaiono pressoché impossibili per Bimota. Le 250 moto da completare entro fine anno (2014) fanno passare in seconda piano le eventuali 125 non prodotte nel periodo previsto dalla deroga, Altrettanto impossibile appare l’obbligo di dimostrare la produzione di 1000 moto entro la fine del 2015. A giudizio di chi il DNA della Bimota lo posta nel proprio sangue, l’impresa appare gestita da chi dell’azienda riminese pare avere una conoscenza approssimativa. Nuovi acquirenti e, in qualche modo della stessa struttura che sull’operazione SBK ha investito forse non hanno approfondito a sufficienza quale e quantopiò essere capiente la nicchia cui Bimota si può rivolgere.
Difficile pensare che la vicenda possa avere sviluppi positivi perchè i quantitativi richiesti non sono compatibili con le capacità produttive e la ricettività del mercato potenziale di Bimota, che a a sensazione non pare disporre neppure di un apparato commerciale in grado di assumere il mandato per una tale mission.
Solo rinegoziando le regole, puntando sul principio delle omologazioni dei motori, accettando i quantitativi previsti e ridiscutendo le ciclistiche imponendo un numero minimo di omologazioni stradali del mezzo, avendo caratteristiche omogenee, forse per Bimota si potrebbe aprire uno spiraglio.
L’operazione, dal punto di vista mediatico, è stata rilevante, Dorna ed Fim ora possono essere visti come enti che hanno gestito l’operazione con superficialità, pertanto colpevoli. Colpa di chi le regole le ha scritte senza aedguai approfondimenti , come di chi le ha accettate senza avere conoscenza adeguata delle reali possibilità di osservarle.
Non sarebbe la prima volta perchè chi ha memoria non può non ricordare l’inganno che a danno della stessa Bimota fu perpetrato nella prima edizione del campionato (1988) La lotta della Bimota per le regole è sempre stata portata avanti con determinazione e con successo. Come si evince dal riconoscimento del 1979 del titolo per le moto assemblate: nome del costruttore del motore e nome del costruttore della ciclistica. L’omologazione dei motocicli alimentati con iniezione elettronica, primi nella storia, per partecipare con la YB4 al primo campionato del mondo SBK. La richiesta, accolta dalla FMI, di consentire al prototipo della TESI di partecipare al campionato Italiano SBK 1990, fuori classifica, evidenziata da numero “zero” ma ammessa al podio come accadde a Monza nel settembre di quella stagione. Anche l’omologazione della Tesi per il mondiale SBK fu oggetto di una trattativa, con deroghe provvisorie che Bimota si premurò di rispettare.
Rivedremo la Bimota in SBK?
Difficile a dirsi, magari sperabile, ma se le regole resteranno quelle attuale la sentenza è già scritta, e la conclusione del comunicato Bimota appare soltanto come un auspicio irrealizzabile. Lieto di essere clamorosamente smentito nel prosieguo della vicenda.
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