venerdì 12 giugno 2015

Buona la prima...









È raro vedere una Bimota per strada, e ancora di più se trasformata in un’accattivante cafe racer. Molti conoscono la Factory riminese per il suo passato sportivo (ha vinto due Campionati del Mondo e innumerevoli Campionati Italiani) e per le sue raffinatissime realizzazioni artigianali di alto livello. Il nome Bimota deriva dall’acronimo dei tre fondatori (Bianchi, Morri e Tamburini). In origine era un’azienda termoidraulica, passata agli inizi degli anni ’70 alla produzione di telai e parti speciali per le due ruote. Tutto questo grazie alla grande capacità tecnica di Massimo Tamburini, definito a tutt’oggi, e non a torto, il Leonardo da Vinci della moto: la reinventò in tutti i sensi e fu il primo ad abbandonare il classico telaio a doppia culla per passare al perimetrale in tubi d’acciaio al cromo molibdeno, che garantiva una maggiore rigidità e abbassava il baricentro, migliorando la maneggevolezza delle moto da competizione. La prima Bimota stradale in assoluto fu la HB1 con motore Honda 750 Four: costruita in 10 esemplari, diede il via alla produzione nel 1974. Nel 1977 venne seguita dalla SB2, ancora 750 ma con motore Suzuki (la SB1 era un modello da competizione). Ma è proprio con la KB1, nel 1978, che la produzione divenne -se così si può diredi serie: nonostante il prezzo elevatissimo di 7 milioni e mezzo di lire, più del doppio della Kawasaki Z1000 dalla quale prendeva il motore, ebbe un successo strepitoso e venne venduta in 827 esemplari divisi in tre serie. Il suo punto forte ovviamente era la ciclistica, con quel telaio in tubi che abbracciava il motore ai lati. E grazie al telaio perimetrale e al forcellone a traliccio, la KB1 riuscì finalmente a sfruttare appieno le potenzialità del 4 cilindri Kawa. Fu una delle Bimota che suscitò più ammirazione in assoluto. La KB1 del nostro servizio è del noto preparatore romano Giulio Albanesi ed è un modello seconda serie, realizzato in 570 esemplari: su di esso è stato lavorato il motore, per renderlo più performante, mentre la ciclistica è rimasta di serie, come era logico fare. In Italia di KB1 censite dal Registro Storico Bimota Club Italia ce ne sono una quarantina e questo la dice lunga sulla sua esclusività collezionistica.


il resto su www.specialcafe.it



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