giovedì 28 giugno 2012

Test ride DB10 B.motard

Ero dubbioso sulla sua presentazione quando la vidi la prima volta alla fiera di Verona in occasione del Motor Bike Expò, perchè secondo il mio modesto parere era un po’ troppo simile, ad alcune sue concorrenti (per quanto riguarda l’aspetto estetico dell’anteriore ed il gruppo sella-scarichi). Onestamente ero anche scettico che potesse emergere, non tanto per la qualità della componentistica (dato che Bimota è una garanzia) ma per la dinamica del veicolo, all’interno di una ristretta fascia di mercato che trae la propria motivazione di esistere dalle ruvide emozioni, più che dal tempo sul giro, che le motociclette sanno dare.
Non potete immaginare lo stupore al momento di salire in sella per la prova dinamica, perché a differenza delle concorrenti la DB10 risulta essere più alta sia di seduta che di manubrio, risulta infatti avere una impostazione più vicina ad una supermotard di quanto non lo sia la cugina di Borgo Panigale. Questa prima impressione sulla posizione di guida ha iniziato a farmi pensare che a Rimini effettivamente il progetto era stato preso sul serio e non si limitava invece ad un collage motociclistico con l’aggiunta di qualche pezzo speciale.
In marcia la moto fa dimenticare il suo peso (168 Kg dichiarati) e si dimostra particolarmente agile nei cambi di direzione, come del resto ci si aspetterebbe da una motard dura e pura. Offre una reale confidenza fin dai primi metri tanto che si è portati a forzare l’ingresso in curva per disegnare qualche virgola sull’asfalto con il posteriore. La forcella Marzocchi da 50mm stretta da piastre di sterzo ricavate dal pieno, di derivazione DB6, svolge egregiamente il suo compito grazie anche alla maggiore scorrevolezza dovuta al trattamento superficiale DLC degli steli (l’esemplare da me provato è una pre-serie laboratorio, per la produzione di serie verrà montata la forcella con trattamento al TiN) . La sospensione posteriore, a mezzo cantilever, viene assicurata da un ammortizzatore completamente regolabile della Extreme Tech. A mantenere il family feeling con i modelli presenti in listino ci pensano il motore Ducati, l’inossidabile desmo due raffreddato aria olio, nella sua più recente versione, il 1100EVO e il forcellone bibraccio a struttura mista di chiara derivazione DB5/DB6.
L’impianto di scarico, dotato di fondello in carbonio, è semplicemente un’opera d’arte per la sinuosità delle forme e nonostante possa sembrare after market, visto anche il volume della musica emessa, risulta essere omologato E3. I tecnici Bimota hanno ottimizzato il layout dell’impianto di scarico ed affinato la mappatura elettronica per garantire una buona curva di coppia ed una mandria di cavalli scalpitanti (98 i CV dichiarati). Con la DB10 B.motard non serve giocare con la frizione o eseguire particolari sequenze di apri e chiudi, per attirare l’attenzione delle ragazze sul lungomare (luogo della prova), è sufficiente spalancare il gas (anche di terza) e l’anteriore inizierà a puntare il cielo in maniera fluida e controllabile. I tecnici Bimota conoscendo ciò hanno giustamente pensato di dotare la moto di un ammortizzatore di sterzo, scelta quanto mai corretta visto che a velocità elevate l’anteriore inizia a diventare ballerino.
Complice la posizione di guida rialzata, la scorrevolezza del comparto sospensioni ed un impianto frenante degno di nota, guidando la DB10 ci si accorge dei numerosi trasferimenti di carico a cui la moto è soggetta, specie ovviamente in frenata ed accelerazione, il tutto però si traduce in emozioni che la moto sa regalare anche al pilota meno propenso alla guida “sporca”.






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