giovedì 22 ottobre 2015

interview with...

Keanu Reeves.
In occasione della pubblicazione della intervista di cui sopra vi ripropongo due immagini del noto attore in visita a Bimota e Vyrus.
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono davvero poche le star di Hollywood più enigmatiche di Keanu Reeves. Nel corso degli anni, l’attore ha incuriosito e lasciato perplesso il pubblico con I suoi modi da maestro Zen e commenti, spesso criptici, sulla vita in generale. «Sono un vagabondo» ha dichiarato una volta Keanu. Forse è questo il motivo per cui ha iniziato a girare film in Cina e Giappone, ha diretto un documentario su come il cinema sia passato dalla pellicola al digitale, e ha lavorato su tutta una serie di film indipendenti a basso budget. Pochi mesi fa ha ottenuto un discreto successo con John Wick, un film d’azione tutto adrenalina che ha risollevato le sue quotazioni dopo una serie di flop. Un successo che ha sorpreso gli esperti del settore, e che ha spinto Reeves ad iniziare le riprese di un sequel quest'autunno.
L’ex star della trilogia di Matrix, e di classici come Speed e Point Break, ha ammesso, ormai a metà dei quaranta, di voler rallentare un po’ la sua attività cinematografica. Quello che invece non accenna a scemare è il suo amore per le moto.
«Amo tutto delle moto» ci ha detto Keanu. «Amo la loro capacità di sgombrarti la mente quando sei in sella, e il senso di libertà che sanno darti. Quando guido ed esploro i miei limiti alzando il ritmo, è il momento in cui probabilmente mi sento più felice. Non so spiegarvi quanto sia bello sentirsi in grado di guidare fra i canyon o viaggiare sulla Pacific Coast Freeway godendosi la brezza dell’oceano. E’ una sensazione che adoro».
Accanito motociclista da quando comprò la sua prima moto (una Kawasaki KLR600, a 22 anni, mentre era impegnato in riprese cinematografiche a Monaco di Baviera), Keanu Reeves ha avuto spesso modo di dare sfogo al suo amore per la velocità, e di assaporare “l’incredibile libertà” che prova sulle strade aperte.
Del resto, pur avendo posseduto diverse supercar, come ogni star di Hollywood, Keanu preferisce sfrecciare in moto fra le auto sulle autostrade attorno a Los Angeles o sul Sunset Boulevard, piuttosto che restare bloccato nel traffico al volante. Reeves si descrive come una persona noiosa nella vita privata, ma è incapace di star fermo quando si tratta di lavorare o... giocare. E’ stato questo mix di passione ed irrequietezza che nel 2011 lo ha portato a fondare, in società con il preparatore Gard Hollinger, la Arch Motorcycle. Marchio che ha iniziato a produrre quella che molti ritengono una delle moto più elitarie del pianeta, la Arch KRGT-1 di cui vi avevamo parlato all'epoca dell'inizio del progetto.
Reeves aveva inizialmente cercato Hollinger per farsi realizzare una special secondo indicazioni molto precise, restando però continuamente frustrato dalle limitazioni che il preparatore californiano imponeva alle visionarie richieste di Keanu. Ecco perché l’attore ha deciso di investire una quota considerevole dei suoi guadagni cinematografici per creare una società impegnata in questo progetto di altissimo livello, che vende la Arch KRGT per la cospicua somma di 78.000 dollari. Un impegno che non si è limitato al finanziamento o alla definizione tecnica e stilistica, ma - lato piacevole dell'impresa - si è esteso fino all'attività di sviluppo in prima persona della moto. Alla domanda a chi spetti il giudizio finale sulla dinamica della moto, Hollinger ha risposto «Il collaudatore ufficiale è Keanu. Il giudizio finale spetta sempre a lui».
A Marzo, Reeves ha partecipato all’evento per il battesimo del primo esemplare prodotto al quartier generale Arch ad Hawthorne, California, a pochi isolati di distanza dalla struttura Space-X di Elon Musk. La KRGT-1 è composta da circa 200 parti costruite su misura – per lo più in alluminio lavorato dal pieno – che compongono un progetto completamente nuovo, nato per soddisfare l’ambizione di Keanu di contribuire a creare un oggetto assolutamente unico, dove le componenti di serie, se così si può dire, si limitano al motore (un S&S da 120 pollici cubici - 1.966cc - capace di erogare 121 cavalli e ben 164 Nm di coppia), ai cerchi sudafricani BST e all'impianto frenante con pinze ISR. Praticamente tutto il resto è pensato e realizzato da Arch specificamente per questo modello.
Nel corso degli anni, Keanu ha messo insieme una notevole collezione di moto – per lo più Norton, ma anche Moto Guzzi, Suzuki ed Harley – e va in moto tutti i giorni, anche quando si trova sul set di un film dove, alla fine di una giornata di riprese, solitamente parte verso qualche strada particolarmente bella per dare sfogo alla sua “anima inquieta”.
Dopo “Knock Knock”, produzione indipendente di qualche mese fa, Reeves ha piani più ambiziosi per il futuro. Il prossimo anno inizierà a girare Rally Car, una produzione cino-americana ad alto budget guidata da Jerry Bruckheimer, in cui Keanu interpreta un pilota americano che prende parte ad una gara attraverso gli Stati Uniti. Il film è vagamente ispirato alla commedia/avventura del 1981 “The Cannonball Run”, noto da noi come “La corsa più pazza del mondo”.
Reeves reciterà anche in Rain, una miniserie TV basata sul best seller di Barry Eisner, in cui Keanu interpreta John Rain, un killer professionista nippo-americano in cerca della sua identità oltre la sua professione. La produzione segna il debutto televisivo di Keanu Reeves, che ha recentemente concluso le riprese di The Neon Demon, diretto da Nicolas Winding Refn, con Christina Hendricks ed Elle Fanning.
Keanu, diventare un produttore di moto sembra un po’ un compiersi del tuo destino…
«E’ il mio modo di soddisfare la mia passione per le moto, creando quel tipo di esperienza di guida che uno normalmente può solo sognare. Sono sempre stato affascinato dalla costruzione di una moto, dalla scelta delle parti fin nel minimo dettaglio, come la definizione della sella».
Da dove nasce la tua passione per le moto?
«Le moto sono parte della mia vita fin da quando incontrai questa ragazza a Monaco (lavorando insieme ad un film) che aveva una splendida Kawasaki da enduro, e le ho chiesto se mi potesse insegnare a guidare. Durante le pause della lavorazione ci andavo in giro, e da lì è nato tutto. Da quel momento non ho mai smesso, e non appena sono tornato a Los Angeles ho comprato una Norton Interceptor che ho ancora in garage».
Qual è stato il tuo ruolo nella reale progettazione della Arch KRGT-1?
«Ho avuto molte idee che ho disegnato, e su cui abbiamo poi lavorato con Gard Hollinger (il co-fondatore). Dopodiché si è trattato di costruirla, facendo realizzare le parti giuste, e vederla prendere forma».
A quanto pare Gard era preoccupato della tua celebrità, che poteva andare a detrimento dell’idea di costruire una moto tanto elitaria.
«E’ vero, e ci ho riflettuto, ma credo che gli appassionati di moto sappiano che sono uno di loro da tutta una vita, non un semplice appassionato del weekend. A parte i soldi che ci ho investito, ho dedicato a questo progetto molto del mio tempo e delle mie energie. Volevo contribuire alla costruzione di una moto che sarà unica, ed attirerà abbastanza interesse da alimentarne le vendite e permetterci di proseguire nell’impresa».
Quali sono le tue preferite, fra le moto che hai posseduto e guidato?
«Sono ancora innamorato della mia Norton Commando del 1973. Adoro guidarla, e ci vado ancora in giro a Los Angeles. Amo anche la Norton 750 che ho comprato mentre lavoravo sul set di Matrix, in Australia. E ci metto anche la BMW 750 e la Moto Guzzi T3».
«Nel corso degli anni ho preso l’abitudine di acquistare moto usate dovunque lavorassi. A Chicago ho avuto una Kawasaki KZ900 (la nostra Z900, Ndr) e a Portland una Suzuki GS1100R. Una volta ho comprato una Moto Guzzi T3 del 1978, e a Pittsburgh ho preso una AMF Harley-Davidson Shovelhead. Quando sono stato in Australia per Matrix ho preso una Norton 750; per il secondo episodio della saga ho comprato una Sportster. E poi la BMW 750, e una Suzuki GSX-R 750 del 1988».
Hai anche fatto una bruttissima caduta sulla tua Norton Commando, vero?
«Si, quella volta mi sono fatto male. Mi sono rotto la milza. Per il resto quasi solo scivolate, anche se mi sono rotto un braccio, diversi denti e lasciato per terra un bel po’ di pelle. Ma nel corso degli anni ho provato a rallentare e a diventare un po’ più prudente. Una volta, ogni volta che mi arrabbiavo o ero turbato per qualcosa, prendevo la moto e mi mettevo ad andare più forte che potevo, ma non è esattamente la scelta giusta da fare. Ho smesso di farlo…»
La tua carriera si sta tornando a risollevare, a quanto pare?
«Molti dicono che sto tornando, ma a me non sembra un ritorno. Ho lavorato su molti progetti diversi negli ultimi anni, sono stato piuttosto impegnato» sorride Reeves. «Il fatto è che non presto molta attenzione a cosa mi succede intorno. Ogni volta che lavoro a qualcosa sono piuttosto concentrato».
John Wick ha attratto molta attenzione. Cosa ti piace di quel film, e del tuo personaggio in cerca di vendetta?
«Mi ha impressionato l’ira da Vecchio Testamento che alberga nel protagonista. Wick vive secondo principi incrollabili, e viene posseduto da una vera furia quando il suo mondo viene sconvolto proprio quando era riuscito a trovare pace dopo la morte della moglie. E’ un uomo la cui missione è difendere il proprio senso dell’onore con una determinazione illimitata, perché sta ancora soffrendo per la terribile perdita che ha subito. E’ un duro, la cui pace mentale viene turbata nel momento più sbagliato possibile».

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by moto.it

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